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Il Festival Ars Cameralis in Polonia rivisita la vita e le opere di Mark Steinmetz con una mostra retrospettiva al Museo del Palazzo Schoena di Sosnowiec. “Taken From Light” è curata da Misha Kominek e Marek Zieliński, una selezione di circa 140 immagini in bianco e nero che coprono la sua intera carriera.
A complemento della retrospettiva, “Taken From Light” è anche una pubblicazione di 368 pagine edita da Kominek Books a Berlino, con testi dello stesso Steinmetz, di Sandra Philips, Curatore Emerito di Fotografia, San Francisco Museum of Modern Art e di Andrew Szegedy-Maszak, Professore di Studi Classici, Wesleyan University, Middletown, Connecticut. Con testo in inglese e polacco.
La storia dell’arte è ricca di scene di persone comuni nelle loro attività quotidiane. L’uomo ha cercato di fare quasi tutto per catturare quella sensazione di quotidianità, aggiungendo nuove tecniche e punti di vista lungo il percorso. La documentazione della vita è apparsa molto meno impegnativa con l’arrivo della fotografia, fino a quando questa non ha mostrato i propri limiti. Ne è seguita una discussione infinita su come le macchine fotografiche e la realtà vadano d’accordo, e se le immagini rispecchino o modifichino il mondo che le circonda.
Questo accadeva secoli prima dei bastoni da selfie e delle app. Ma nel 2024, tutto dipende ancora dal modo in cui i fotografi affrontano i soggetti su cui si concentrano. Ecco Mark Steinnmetz, che da decenni ritrae persone e luoghi anonimi in un glorioso bianco e nero. Principalmente girando per i sobborghi delle città americane e le cittadine del Sud in cui ha vissuto, con un occhio aperto sull’inaspettato.
Senza essere invadente, Steinmetz sceglie con cura le coppie, i bambini e i personaggi che incontra. In un parco o in movimento, mentre si divertono o non fanno nulla, in piccoli gruppi o seduti da soli. Li fotografa sul posto, ignaro della loro storia. Ma lungi dall’essere impersonali, le sue compilazioni casuali di istanti di vita altrui sono sempre libri o mostre intimi e rivelatori. Una qualità poetica che si applica anche ai graffiti, agli alberi, alle case o alle strade che ritrae.
La sua ammirazione per il fotografo di strada Garry Winogrand lo ha portato per la prima volta a Los Angeles, dove ha iniziato la sua trilogia di libri sul Sud americano: South Central, South East e Greater Atlanta. Stabilitosi ad Athens (Georgia) dagli anni Novanta, Steinmetz ha ritratto anche la vita in Francia (France 1987 o Paris in my time), in Italia (Insieme o Tuscan trees) e in Germania (Berlin pictures).
Le ambientazioni che sceglie possono cambiare, ma uno spirito simile si ritrova nei suoi progetti alle fiere di paese (Carnival), nei viaggi in macchina (Past K-Ville) o nei campi per bambini (Summer camp). Molto prima che l’empatia diventasse una parola commerciale, le immagini di Steinmetz hanno sempre distillato scatti senza tempo e compassionevoli. Qualcosa che ti spinge a guardarle di nuovo, improvvisamente consapevole della magia quotidiana nascosta tra le lotte ordinarie delle persone.
La sua narrazione, se esiste, nasce dai dettagli e dall’uso magistrale del bianco e nero. Per lo più introspettivo, a volte umoristico, socialmente consapevole senza predicare, emotivo senza fingere. Le sue capacità uniche sono sempre al servizio dei suoi soggetti, e non viceversa.
Il sapore profondamente americano delle sue immagini è stato collegato a nomi del Sud come il romanziere William Faulkner. In un certo senso, il lavoro di Steinmetz ha dato priorità al lavoro artistico prima che all’artista, proprio come Faulkner scrisse una volta: “Non essere ‘uno scrittore’. Sii scrittore”
Mark Steinmetz, Taken from Light
Kominek, 2025
saggi di Andrew Szegedy-Maszak, Sandra S. Phillips and Mark Steinmetz
Design di Misha Kominek and Gonzalo Sanchez
21 x 26 cm
368 pagine
Copertina rigida
Polish / English