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Un libro sui libri, un catalogo e un’opera / libro a sé stante. Ormai l’appropriazione e la parafrasi di Ed Ruscha costituisce un genere a sé stante. I primi furono Bruce Nauman del 1968 con Burning Small Fires e 1971 “Ed Ruscha” (in realtà Joel Fisher) con Six Hands and a Cheese Sandwich, con ulteriori appropriazioni o omaggi nel corso dei decenni, e negli ultimi anni è diventato quasi di moda, le prove sono evidenti. In realtà non c’è nessuno dei libri pubblicati da Ruscha negli anni ’60, che non sia stato ancora parafrasato, siano esse Gas Stations (es. Jeff Brouws, Toby Mussmann, Eric Tabuchi, Michalis Pichler, Anonymous, Michael Maranda), Fires (es. Bruce Nauman, Jonathan Monk, Yann Sérandour, Thomas Galler), Apartments (John O’Brian, Anne-Valerie Gasc, Eric Doeringer), Parking Lots (Hermann Zschiegner, Travis Shaffer), Swimming pools (Jen Denike, Taro Hirano ), Real Estate Opportunitues (Adam & Kate Davis, Eric Doeringer), Royal Road Test (Tom Sachs, Simon Morris, artha Hlady) o Sunset Strip (JF Schnyder, Jonathan Monk, Derek M Sullivan, Tom Sowden), anche Palm Trees (Tadej Poga č ar, Eric van der Wejde), Colored People (Jonathan Monk, Tanja Lazetic) e Hard Light (Achim Riechers) sono stati ripresi esplicitamente. Si tenta di coprire un arco di tensione più ampio, integrare i libri di Ruscha e metterlo in una linea evolutiva in particolare con le pubblicazioni di Hiroshige e Hokusai, i cui titoli mostrano grandi paralleli nel ritmo e nell’uso di enumerazioni numeriche e vaghe. L’anello mancante potrebbe essere Ginza Haccho di Yoshikazu Suzuki, edifici a Ginza, Tokyo, pubblicato come leporello nel 1952, quindi precede Sunset Strip di Ruscha di 13 anni – nello stesso stile street view che per molto tempo è stato considerato essenzialmente Ruscha.
Michalis Pichler – Six Hands and a Cheese Sandwich
“greatest hits”, Zavod P.A.R.A.S.I.T.E., 2011