Abdulhamid Kircher, Rotting from Within, 2024

Rotting from Within si riferisce a una sensazione descritta da Abdulhamid Kircher al momento del ritrovamento della storia di suo padre: la scoperta del trauma generazionale all’interno dei patriarchi della sua famiglia e il conseguente compito di scoprire il sé dell’artista tra le cose tramandate. Il viaggio di Kircher verso la fotografia, iniziato all’età di diciassette anni con il ritrovamento del padre, da poco uscito di prigione per spaccio di droga e tentato omicidio, è coinciso con una riflessione sul suo passato. Nata a Berlino e fuggita negli Stati Uniti in giovane età, la macchina fotografica ha fornito un punto di accesso per l’intimità e la familiarità con suo padre e con la sua cultura ed eredità turca, favorendo al contempo un rapporto profondo con il mezzo fotografico e le sue possibilità.

Rotting from Within intreccia un filo profondamente personale e autobiografico con il vigore e la franchezza della fotografia, addentrandosi nelle questioni psicologiche dell’identità, della glorificazione della violenza, dei miti della mascolinità e del velo attraverso il quale la fotografia fornisce un meccanismo per affrontare e comprendere il mondo. La voce visiva filiforme di Kircher parla all’incrocio tra un monologo interiore e un approccio sfumato al documentario; attraverso complessi assemblaggi di ritratti, osservazioni, documenti d’archivio, diari e altro ancora, Rotting from Within contiene reti visive di associazione all’interno delle quali Kircher cattura la tensione tra speculazione e realtà, l’intrinseca inconoscibilità anche di coloro che sono più vicini e il modo in cui non possiamo scegliere la vita in cui nasciamo.