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It took Courtney Allen more than half a decade, and thousands of miles of travel across a dozen
Courtney Allen ha impiegato più di mezzo decennio, e migliaia di chilometri di viaggio attraverso una dozzina di Stati, per realizzare le immagini che compongono la sua prima monografia Splendor. Come suggerisce il titolo, il paesaggio americano è caratterizzato da un innegabile senso di gloria e di grandezza. “Se riusciamo a comprendere la capacità di bellezza in qualsiasi situazione, è lì”, afferma l’autrice. “È un’esperienza primaria e universale”.
In queste fotografie, l’ambiente costruito, quasi ineluttabile, complica e confonde le nostre diverse aspettative nei confronti della natura: essere nutriti, conquistati, stare in cima, essere tenuti dentro. Il meditativo vagare della Allen nel mondo naturale è punteggiato da momenti in cui le cose appaiono fuori posto, come se si fosse risvegliati da uno stato onirico.
“Essere all’interno di un’immagine di Courtney Allen”, osserva Kathleen Alcott nel suo saggio, “significa origliare una discussione tra il secolare e il divino, il senziente e il costruito, l’eterno e il recente”. È importante notare che queste tensioni non sono semplicemente descritte dalla Allen, ma piuttosto evocate, in quanto vediamo le cose non solo attraverso i suoi occhi, ma come un’esperienza collettiva, un atto di comunità tra persone che sono state attratte da questi siti.
Courtney Allen, Splendor
Deadbeat Club, 2024
Saggio di Kathleen Alcott
22×28 cm
80 pagine, fotografie a colori
Copertina morbida, Immagine ribaltata e stampa su lamina
Offset a colori
ISBN: 978-1-952523-25-0