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Ottobre 2024

Presentazione venerdì 22 novembre, ore 20,

There is no Calm after the Storm, Matteo De Mayda in dialogo con Daria Scolamacchia

Un evento meteorologico estremo ha colpito l’Italia nord-orientale nell’ottobre 2018. Il vento di scirocco ha soffiato fino a 200 chilometri orari nelle valli dolomitiche, abbattendo circa 14 milioni di alberi. La pioggia incessante ha fatto straripare i torrenti, trascinando a valle tronchi e detriti. Durante la notte, gli abitanti di alcune comunità montane del Trentino, del Veneto e del Friuli-Venezia Giulia si ritrovarono con le cantine allagate e persino con le case distrutte dai venti. A distanza di oltre sei anni, le conseguenze della tempesta Vaia sono ancora visibili e tangibili. Le pendici di diverse montagne sono brulle. Le foreste rimaste sono state invase dal bostrico dell’abete rosso: un parassita che si nutre di legno. Senza le piante, non c’è protezione contro frane e valanghe. Mentre gli esperti e la popolazione locale si rimboccano le maniche per cercare di riportare la situazione alla normalità, il danno economico complessivo è stato stimato in tre miliardi di euro. Le tempeste hanno sempre fatto parte della storia delle foreste, ma il riscaldamento globale ne sta amplificando l’intensità e la frequenza. Con un approccio documentaristico e in dialogo con elementi di ricerca scientifica e d’archivio, There’s no calm after the storm indaga le conseguenze a lungo termine della tempesta di Vaia. Il progetto si propone di analizzare quanto accaduto con il tempo necessario per riflettere su cause, conseguenze e prospettive future, sensibilizzando l’opinione pubblica sull’emergenza climatica e sul fragile equilibrio tra azione umana e stabilità dell’ecosistema.
Il progetto è stato realizzato in collaborazione con i dipartimenti TESAF e DAFNAE dell’Università di Padova, ha ricevuto la borsa di studio ISPA (Italian Sustainability Photo Award) nel 2021 ed è stato esposto al Gibellina Photo Road Festival (2023) e a Fotografia Europea (2024).

Orari e Informazioni

Leporello, Via del Pigneto, 162/e – Roma
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