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Non possiamo mai conoscere appieno una persona, un luogo o una storia, tuttavia, se fossi un angelo, potrei ascoltare ogni singola persona, potrei conoscervi – finalmente – potrei capirvi tutti; capire tutto. Forse, però, è nel mistero dell’incomprensione e del non sapere che risiede la grandezza della vita. Quell’incomprensione che rende il mondo e gli esseri umani imprevedibili, illogici e pieni di energia vitale, a volte esplosiva. Forse non abbiamo bisogno di conoscere la vera intenzione e la natura di un bel gesto quando qualcosa è semplicemente bello e basta. Anzi, spesso sarebbe meglio non cercare risposte o spiegazioni perché la vita è così: a volte autentica, a volte finta; sazia o infelice, sovrabbondante o vuota. Gli angeli di Wenders lo sapevano fin troppo bene, tanto da decidere di diventare umani.
Volevano toccare la vita con mano, assaporare ogni minimo dettaglio di ciò che, prima, era solo il prodotto di una visione reale ma sterile, come la propria visione in bianco e nero. La prima volta che sono arrivato a Łódź mi sembrava di essere a Berlino Est e, come gli angeli, in quasi quattro anni di brevi ma intensi viaggi, ho raccolto le tracce di ciò che mi ha toccato. Cercavo fotografie che fossero parole; leggere, rade, evanescenti, evocative. Istantanee che illustrassero non solo il mio presente polacco, ma anche il presente – e in un certo senso il passato – di un luogo che mi faceva sentire un angelo, un luogo che mi faceva sentire a casa.
Iacopo Pasqui, Der Engel
Witty Books, June 2024
17×23 cm
96 pagine
Copertina rigida
Editing e design by Tommaso Parrillo
Graphic design Bartłomiej Talaga
Testi di Krzysztof Candrowicz
Coordination by Franek Ammer
Co-publishers by 19 Rivers, Fotofestiwal
ISBN: 979-12-80177-39-1