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Diana Tamane, Flower Smuggler, 2020

30 Euro

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Esaurito

Se guardiamo brevemente a ciò che rende buona arte, è ovviamente lavorare con ciò che abbiamo di fronte. Le invenzioni sono buone, ma se il punto di fuga nell’ignoto è il noto, ancora meglio. Certamente niente è più facilmente disponibile della propria famiglia. È una matrice che non lasceremo mai, e se le sfuggiamo, inevitabilmente scappiamo a causa di essa. Diana ha lavorato con il materiale di immagini generato dalla sua famiglia su molti livelli formali e tecnici, formulando visivamente domande più grandi come: chi vede chi in che modo, e domande più piccole, come: cosa si fa quando la fotocamera è spenta? Fino a che punto una pelle è davvero il nostro ultimo confine e cosa succede quando uno muore? Diana sfrutta ogni possibile rappresentazione della (sua) famiglia, e la trasforma con occhio acuto in un’arte tutta sua. Usa tutto il repertorio dell’infrastruttura foto-filmica contemporanea, dal telefono cellulare al memory stick della tavolozza dei prodotti di suo padre degli ultimi 10 anni, alla dashcam della madre camionista, alle e-mail, anche per soddisfare oppure sovvertire ogni possibile cliché sull’Oriente che si possa immaginare. Non dovremmo dimenticare la corretta conoscenza storica dell’arte che si nasconde dietro il suo approccio, che fortunatamente applica in modo molto liberatorio, non accademico e libero. Diana usa qualcosa di personale come la famiglia per dire qualcosa di pubblico, vicino a una narrazione su qualcosa di grande quanto le trasformazioni europee avvenute negli ultimi 30 anni. (Martin Germann)

Diana Tamane
Flower Smuggler

22,5 x 30 cm, 178 pagine, ills color, cartonato, inglese
ISBN 9789493146143
testo: Martin Germann
design: 6′56 ″

edizione di 500
Gennaio 2020

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