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Nella sua monografia Riding in Silence & The Crying Dervish (2025) Mashid attinge dal profondo della sua storia familiare, svelando gli echi della migrazione, delle partenze forzate e della silenziosa resistenza di coloro che sono intrappolati tra due mondi. Il libro si basa sul suo precedente lavoro, Freedom is Not Free (2021) , in cui ha esplorato il ruolo delle donne nei movimenti di resistenza nella regione MENA. Tuttavia, in questa ultima serie, rivolge lo sguardo all’intersezione tra mascolinità, ideologia politica e sfollamento, esaminando come le forze storiche modellino le narrazioni personali in modi sia visibili che invisibili.
Ricostruisce il passato non come un regno lontano, ma come qualcosa di tangibile, che vive nel linguaggio, nel trauma ereditato e nella memoria. La presenza dei suoi antenati – studiosi, esiliati, credenti e rivoluzionari – aleggia sul suo lavoro, con le loro scelte che riecheggiano nel tempo. Che parli del dolore del derviscio nella moschea, dell’esecuzione del Báb o dell’esilio riluttante di suo padre, la sua narrazione ha un peso poetico, fondendo il profondamente personale con il grande corso della storia. Questo approccio stratificato le permette di affrontare i temi dell’esilio e dell’appartenenza in modo intimo e politicamente urgente.
Riding in Silence & the Crying Dervish, Mashid Mohadjerin
Autopubblicato
ISBN: 9789090395838
Dimensioni: 21 x 28 cm
Pagine: 214
Anno: 2025
Lingue: Inglese e Persiano










