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Graciela Iturbide, Roma, 2007

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Graciela Iturbide, fotografa Roma nel 2006 quando Marco Delogu le commissiona questo lavoro per l’edizione dello stesso anno di FotoGrafia – Festival Internazionale di Roma ; prima di questo lavoro la fotografa messicana era stata altre tre volte nella capitale. Graciela Iturbide preferisce la Roma intima a quella monumentale. All’inizio se ne va in giro da sola, camminando per ore, poi prende la moto alla scoperta dei quartieri popolari come Garbatella, da cui è affascinata, e prosegue in automobile in direzione della spiaggia di Ostia.

“Roma è una città che è stata fotografata in tutte le maniere: non volevo essere condizionata dal lavoro degli altri fotografi che mi hanno preceduta, perciò ho preferito non vederli. All’inizio non avevo un’idea precisa del progetto, sapevo di certo che non avrei fotografato le rovine, perché lo aveva già fatto Koudelka, che considero uno dei più grandi fotografi contemporanei, né tantomeno i turisti su cui aveva lavorato Martin Parr.”, spiega Iturbide. “Perciò non ho fatto altro che scattare moltissime fotografie in giro per la città, tra cui molti ritratti. Il materiale era molto eterogeneo, poi è stata la città stessa a farmi venire in mente il taglio da dare al lavoro. Tutto è nato in maniera un po’ casuale, come del resto è la mia fotografia.”

La fotografa si tiene a distanza dal linguaggio di altri fotografi però si lascia prendere per mano da scrittori e poeti, cita Leopardi e Moravia ma soprattutto Pier Paolo Pasolini.

Graciela Iturbide, Roma

Zoneattive edizioni, 2007

Copertina rigida

23 x 23,5 cm

64 pagine

Italiano

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