Sancta Ratio Chaotica! L’ora felice in La maggiore è parte del più ampio corpo di lavoro Photo Trouvée: la parola all’immagine, che ha avuto inizio dal 2015, in collaborazione con Micamera_Milano, presentato al Pac-Padiglone di arte contemporanea a Milano nel 2016 in un ciclo di incontri dedicati alla febbre d’archivio.
Dal 2019 trova restituzione periodica nel Cinema Beltrade di Milano, in dialogo con la rassegna cinematografica indipendente Indocili, dedicata ai giovani registi italiani. Ogni installazione site specific in dialogo con il luogo che l’accoglie trova una seconda restituzione in un’edizione limitata , come forma di archivio tematico parte del progetto complessivo Photo Trouvée_La parola all’immagine.
Sancta Ratio Chaotica! L’ora felice in La maggiore parte sempre dal ritrovamento di una fotografia d’archivio, una Photo Trouvée, e dall’immersione in quell’immagine, per poi restituirne un’interpretazione narrativa attraverso un percorso di traduzione di aspetti sottesi, in forma narrativa, plastica e sonora.
In questo caso è un dialogo fatto di continui rimandi evocativi, tra la parola scritta di un racconto, la scrittura tessile di un arazzo e la rappresentazione visiva del suono su lastre di alluminio, immerse nell’ambientazione sonora creata in collaborazione con la sound artist Gea Brown.
La fotografia di un momento familiare relativamente poco significativo, marginale, diviene oggetto di uno sforzo ermeneutico importante che non si limita alla narrazione scritta.Tutto parte da una domanda , cosa stia ascoltando la bambina protagonista della fotografia? Le opere partono da questa stessa domanda, ma la risposta risiede più in un percorso di conoscenza, nel tentativo impossibile di giungere a una soluzione verificabile.
La risposta è in realtà l’esperienza fatta nello spazio intermedio tra il reale e il possibile, in un’operazione di visualizzazione del suono, in La maggiore. Le opere rendono visibile il suono e il colore atmosferico di un momento aurorale, attraverso il colore e la forma che la materia assume al termine di questo percorso.
La filosofia del tappeto orientale e gli esperimenti del fisico e musicista Ernst Chladni (1756 – 1827) e del naturalista Hans Jenny (1904 – 1972) sulla teoria della Cimatica sono stati l’ispirazione per la traslazione dei suoni “in La maggiore” , impressionati su alcune superfici metalliche in alluminio e rame, con la tecnica dell’acquatinta e tessuti in un frammento d’arazzo. Da un’immagine del 22 ottobre 1967, emerge una visione sfaccettata e verticale di quel momento reale.