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Alessandro Rizzi, SCULPTURES, 2016

35 Euro

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3 disponibili

Fermandoci ai dati possiamo affermare che Sculptures sia a tutti gli effetti un instant book le cui fotografie sono state scattate in poche ore a Washington il 13 Dicembre 2014, più precisamente durante la manifestazione di protesta sui diritti civili avvenuta nella capitale dopo le morti e gli scontri di Ferguson. Un altro dato importante di questo lavoro è il presupposto emotivo che ha portato l’autore alla decisione di partire per Washington DC: il suo rapporto con una donna afro-americana. Il corpo di lavoro dovrebbe essere quindi abnegato ad un preciso referente spazio temprale (peraltro un evento politico), e un presupposto d’innesco del lavoro molto intimo ma, nonostante ciò, l’autore riesce ad operare una sorta di liberazione da questi due forti elementi in gioco. Rizzi ci restituisce un lavoro tagliente e paradigmatico sulla società americana in toto, e sul significato di una manifestazione politica figlia del suo tempo e organica al suo prescritto copione, gioca con i frammenti e le crepe di quello che potrebbe essere un appuntamento epocale per la lotta della comunità nera ma che non ci appare come tale: le sculture in gioco in questo evento sono contenute in uno scenario più grande che prevede la loro presenza ed il loro contributo come attori uniti ma anche soli. Questa sorta di debolezza strutturale dell’elemento umano non si manifesta in ciò che è ritratto nelle foto che appare sempre plastico e strutturato, ma anzi vive in questo paradosso visuale, a testimonianza di una lontananza nell’unione, di una fragilità pur nell’essere sempre solidi, strutturati e plastici di ognuno di noi.

Alessandro Rizzi
Yard Press, edizione di 500 copie
2016
112 pagine, 23 × 32,5 cm
Copertina rigida

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