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Daniele Villa Zorn realizza da sempre collage, usando una tecnica semplice, minimale, che può ricordare quella della composizione essenziale degli haiku: unisce solo due frammenti fotografici, due immagini di cui una generalmente segnata da uno strappo. Nel corso degli anni, gran parte della sua produzione si è orientata verso l’uso di immagini di natura, estrapolate da libri di viaggio e da guide turistiche, principalmente prodotte tra gli anni ’50 e i primi anni ’70, in cui la placidità olimpica degli elementi naturali è sovvertita dalla frammentazione e la ricomposizione propria del collage.
In The Divine Tourist la giusta distanza tra il potere evocativo delle immagini e il loro puro valore estetico è incarnata dalla figura di un turista speciale che, con il dono dell’ubiquità, un invidiabile distacco e infinite possibilità di movimento, vaga come un alieno privilegiato in questo universo fittizio. Un turista curioso, rapito dalla materia onirica di viaggi ipnotici e misteriosi, perso nella loro natura superficiale, accumulativa, estenuante, pronto a interpretarli come segni sovrannaturali, che sembrano richiedere un atto di divinazione , “un metodo sistematico”, come ci ricorda Wikipedia, “con cui organizzare ciò che sembra essere disgiunto”, affine a quell’istinto chirurgico messo in atto in questi collage, dove i frammenti più inaspettati creano sempre nuove, immaginifiche, associazioni. Un turista divino – A Divine Tourist.
The Divine Tourist, Daniele Villa Zorn
Leporello books, 2023
300 copie
Testi Daniele Villa Zorn, Pasquale Polidori
Design Chiara Capodici
23,5x 32,5 cm
104 pagine, 60 collages
Copertina morbida con alette
Italiano, Inglese