Veronica Barbato, Tua Sorella, 2024

Anni ’80: reflusso, lotta armata ed eroina. Raccontare un tema sempre più popolare, fatto di disagio sociale, ribellione, droga e libertà. Questa è la storia di mia sorella. A ventitré anni si è suicidata dopo un periodo di tossicodipendenza. Le sto dando una seconda vita, utilizzando il linguaggio e la dimensione della street art, facendola viaggiare per il mondo, come non aveva modo di fare. Ho lanciato una campagna di comunicazione attraverso i cartelloni pubblicitari per farne un’icona. Sfruttando il ruolo fondamentale dell’arte nel definire la percezione. Una mostra fotografica in continuo movimento, “on the road”. Nelle fotografie inserisco colori vivaci per rappresentare allucinazioni, frasi tratte dai suoi diari segreti, con glitter che rimandano alla falsa illusione della droga. I colori sono una celebrazione della sua vita. Questo progetto è partito da una lettera ricevuta cinque anni dopo la sua morte. Era indubbiamente lei: le stesse parole, lo stesso modo di esprimersi attraverso un’altra persona, che fungeva da intermediario. Questa lettera mi ha salvato. Il progetto è il risultato di un riscatto sociale, che fa di Maria la protagonista di una nuova vita. Ho voluto rendere possibile un sogno, dandole la magia che non ha mai creduto di possedere ma che io ho visto. Ho infranto le regole con coraggio, compreso l’amore e l’orgoglio per mia sorella, e con lo stesso orgoglio ho raccontato la sua storia, dandole dignità. Ora Maria non è più un signor nessuno, ma la sorella di molti. Con lei la mia infanzia non ha mai perso la sua magia, con lei non ha mai perso il suo dramma.