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L’opera “Vietnik” affronta la dualità intrinseca del mezzo fotografico e il suo legame con la costruzione performativa delle identità. “La fotografia è l’avvento di me stesso come un altro: un’astuta dissociazione della consapevolezza dell’identità”. Vietnik è uno pseudonimo musicale, un delegato, un cyborg, un “autoritratto come un edificio e un bildung”.
Il doppio (spaziale e temporale, fotografico e musicale, di immagini e parole) è un motivo ricorrente, come un ritornello, nella pubblicazione come nelle installazioni e nelle opere precedenti. Una tensione temporale, tra la tradizione del viaggio americano e le sue differenze e ripetizioni nel mondo digitale odierno, sta alla base di tutte le opere di questa doppia rappresentazione di vecchie didascalie e nuove immagini.
La struttura del libro emula e sovverte il sempre più popolare formato hollywoodiano del film biografico. In che modo questa tendenza del consumatore culturale di oggi è collegata alla costruzione performativa delle identità sociali? Quanto di me appare nella “persona” fotografata (“maschera” -Latino, “immagine pubblica” -Inglese)?
Il complesso lavoro comprende un libro e un sito Web di 9 capitoli e una serie di installazioni: tutti gli indizi e le false narrazioni tendono a fondere il divario tra binari opposti e termini ambigui come “persona”, doppia presenza online, performatività sociale, bildungsroman e sinestesia.
Luca Massaro, Vietnik
Gulqbar Editions
2019, prima edizione
Prodotto con il supporto di Energie Diffuse Grant
Design di Giorgia Caboni e Luca Massaro
Testi di Federica Chiocchetti
22 x 22 cm
152 pagine, copertina rigida
ISBN 9791220045643