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Berlino è una città caratterizzata da una popolazione internazionale e dalla gentrificazione. Ispirandosi al concetto di “modernità liquida” del sociologo Zygmunt Bauman, Benedetta Ristori (IT) esamina come la società contemporanea sia definita dal cambiamento e dall’incertezza.
You don’t need soil to grow mostra come gli individui, in particolare le donne espatriate, trovino la loro identità e il loro senso di appartenenza in un tessuto urbano preesistente. Attraverso ritratti intimi scattati in rigidi spazi urbani, Ristori cattura la tensione tra la libertà di queste donne di reinventarsi e il loro fugace legame con la città. Nonostante le differenze nelle loro storie e motivazioni, un filo conduttore è il coraggio di rischiare e la capacità di affrontare le sfide da sole.
Parallelamente, il progetto di Ristori si concentra anche sui Kleingärten (piccoli giardini) tedeschi, che offrono un rifugio all’interno del mondo urbano. Questi spazi verdi comuni, sparsi in tutta Berlino, rappresentano la stabilità e permettono all’individuo di riconnettersi con la terra.
Ristori invita il lettore a riflettere sul proprio rapporto con i luoghi che abita. Il titolo del libro, ispirato alle piante che prosperano negli ambienti di cemento, sottolinea il tema del progetto: vivere senza fondamenta fisse, proprio come le donne ritratte nelle sue fotografie.
Con You don’t need soil to grow, la Ristori si interroga su cosa significhi appartenere a un’epoca in cui l’unica costante è il cambiamento.
Benedetta Ristori, You don’t need soil to grow
The Eriskay Connection, 2024
22 x 27 cm
48 pagine
Copertina flessibile
Inglese
ISBN 9789493363106