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È un incontro felice, quasi spontaneo, quello tra un grande artista, il “Grande Vecchio” Gianfranco Baruchello, e uno dei nostri scrittori più importanti, Michele Mari. L’incontro avviene sul terreno della trascrizione dei sogni e ognuno prende a prestito la lingua dell’altro: così Baruchello correda i suoi sogni con brevi scritte, didascalie, mentre Mari, descrivendo i suoi sogni, sente la necessità di aggiungere qualche elementare disegno. Ne viene fuori un libro che prova a rispondere alla domanda: qual è la materia dei sogni?
L’artista romano usa colori lievi o il segno della matita per fissare sulla carta uomini, macchine immaginarie, paesaggi, labirinti, ricorrenze erotiche e ossessioni nelle forme (minareti, lumache). Molti sogni sono quasi delle sceneggiature per sequenze di analogie: sta a chi guarda il compito di inventarsi una storia.
Lo scrittore milanese tiene invece un diario dei propri sogni in cui si interroga sulla natura dei simboli, esplora il difficile rapporto col padre (Enzo Mari), descrive ambienti onirici. Sembra che ci sia una progressione narrativa nel diario, anche se l’argomento – il suo rapporto con l’inconscio – non si presta a nessuna vera conclusione.
Michele Mari per scrivere il suo testo è partito da un corpus di disegni che Gianfranco Baruchello ha accumulato tra gli anni Settanta e gli anni Novanta. I due hanno lavorato insieme per selezionare una scelta dei sogni che si trovano nel volume, prassi che costituisce un assoluto inedito nella produzione dell’artista romano, nonché un esperimento di incontro artistico di esito altissimo.
Gianfranco Baruchello, Michele Mari, Dreams
Humboldt books
2017
20 x 24 cm
154 pagine, brossura, copertina morbida
Italiano
ISBN 9788899385231