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Andi Galdi Vinko: “Per molto tempo la maternità è stata considerata un tabù nel mondo dell’arte. Da quando ho memoria, i modelli femminili che ammiravo parlavano apertamente della loro scelta di privilegiare la carriera rispetto alla famiglia. Alcune potevano avere figli, ma non parlavano mai delle loro insicurezze o dei loro sacrifici. I limiti di età dei premi per artisti e talenti sono solitamente di 35 anni o meno. Ma non appena una donna compie 30 anni viene spesso considerata vecchia e il suo orologio biologico “ticchetta”. Gli anni per fare la scelta tra avere figli o avere successo sono brevi e coincidono con gli anni in cui l’uno o l’altro potrebbe accadere, ma nessuno è garantito.
Quando mi sono accorta di essere incinta, non avevo idea di cosa mi aspettasse. Quanto fosse disordinata e cruda, imprevedibile e fuori controllo la maternità rispetto alle immagini che avevo in mente da film, foto, dipinti di uomini. Allora ero un’artista emergente, che viaggiava e andava alle fiere d’arte e alle inaugurazioni delle mostre. Ora sono una madre di due figli che lavora in prestito, sperando che gli anni persi a fare la madre possano essere scritti nel mio curriculum senza sensi di colpa o vergogna.
Questo lavoro in corso, che sarà sempre un lavoro in corso, riguarda il diventare, il capire e il ricordare. Cercare di non dimenticare tutte quelle cose che un tempo sembravano così importanti, e nel momento in cui si pensa di conoscerle appare un’altra sfida. Come può una cosa così universale come la maternità essere così solitaria? Come mai tutte dobbiamo viverla e non ci sono risposte a tutte le difficoltà? Che dire dei nostri corpi, dei nostri ormoni, dei nostri pensieri, dei nostri amici, dei nostri amori? Le nostre carriere, le nostre case, i nostri piatti, il nostro bucato, i nostri desideri sessuali? Che fine hanno fatto la nostra libertà, le nostre docce, le nostre ore di sonno?
Amo essere una madre. Ho amato anche essere un’artista”
Andi Galdi Vinko, Sorry I gave birth I disappeared but now I’m back
Trolley books, 2024
224 pagine
201 fotografie a colori
16.5 x 22 cm
Design Emma Scott-Child
ISBN 978-1-907112-68-3