Caroline Kist, It’s that you’re here, 2024

“Mio fratello è un faro. Reinoud ha la sindrome di Down. Quando aveva cinque anni, sono arrivato nella sua vita: un mondo modellato in modo diverso, in cui la saggezza del corpo non è andata perduta e lo spirito non è costretto dalla ragione.

Il suo mondo è magnetico, attira e fa sentire al sicuro. Lì dentro, le cose possono assumere altre forme: il minuscolo diventa magnanimo, e ciò che è considerato immenso viene ridimensionato a minore. Nel suo mondo tutto è radicato, incondizionato e incondizionabile. Non ha giudizi, non desidera di più, non è oppresso dalla costrizione dell’efficienza. Nel suo mondo, la tristezza e la gioia possono confluire in un unico momento. E la sua esistenza è indiscussa, è e basta.

Osservo il suo mondo, mi immergo nel suo mondo. Nella realtà e nell’immaginazione. E anche la macchina da presa osserva. Da vicino e da lontano”.

– Caroline Kist