Erika Pezzoli, Artemis, 2024

Artemis offre uno sguardo intenso e intimo sul rapporto tra l’umanità e la pratica millenaria della caccia, una relazione che si perde nella notte dei tempi. Al centro di questa narrazione c’è la figura di Carola, una giovane cacciatrice il cui legame con l’aspetto ancestrale di questa attività è di fondamentale importanza.

Per Carola, la caccia rappresenta più di un semplice atto di procurarsi cibo: è una connessione profonda con il ciclo vitale stesso. La sua scelta di inserirsi attivamente nella catena alimentare come predatore implica una profonda comprensione della responsabilità che comporta tale ruolo. È una scelta ponderata, considerando che Carola si limita a consumare solo la carne che ha cacciato e macellato personalmente, due o tre capi all’anno.

La caccia va oltre il mero aspetto nutrizionale per Carola. Essa assume un ruolo vitale nella cura del territorio che chiama casa. Questa attività ha un’importanza enorme anche per il bosco: fare controllo demografico di cervi, camosci e caprioli per Carola significa anche prendere parte alla cura del territorio in cui vive, considerando che una sovrappopolazione di questi animali non giova né alla flora né alla fauna montana e operare un abbattimento selettivo significa tutelare la biodiversità.

Tutte le attività di caccia di Carola sono svolte nel rispetto delle leggi e regolamenti vigenti, in collaborazione con le autorità competenti, come le Guardie Forestali. Questo assicura che le operazioni siano eseguite in modo etico e sostenibile, contribuendo alla conservazione dell’ambiente naturale.

Con il bosco Carola ha un legame speciale, è un ambiente in cui si sente accolta, a suo agio, è parte di lei e lei è parte del bosco, in una comunicazione silenziosa le cui radici risalgono ad un tempo lontano.