Marzo 2024

Presentazione martedì 19 marzo, dalle 16 alle 20,

Book display e presentazione del progetto Shibboleth, con Allegra Baggio Corradi ed Elisa Mapelli

Shibboleth è una cooperativa editoriale che ha lo scopo di offrire opportunità di lavoro a soggetti svantaggiati tramite il mezzo del libro. Shibboleth è anche il primo capitolo di Emic Units, una collana sulla migrazione delle idee che esplora fino a che punto i confini del significato possono essere estesi geograficamente, storicamente, metaforicamente e visivamente.

Nel pomeriggio di martedì avremo la possibilità di confrontarci con Allegra e Elisa sulle varie declinazioni di questa organizzazione e di goderci le prime pubblicazioni che hanno realizzato.

Il cofanetto contiene cinquanta interpretazioni visive del termine “shibboleth”, una parola che nessuna lingua può rivendicare, un segno linguistico difficile da falsificare usato per sminuire le identità al fine di stabilire politiche e confini. Ognuno dei cinquanta libretti è di un autore diverso ed è concepito come un quaderno per i progetti sociali che la cooperativa conduce tra le diverse comunità con cui collabora a lungo termine.

Tra gli autori: Joachim Schmid, David Horvitz, Johan Grimonprez, Petra Stavast, Kensuke Koike, Anya Jasbar, Duncan Wooldridge, Osvald Landmark, Cornelius de Bill Baboul.

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Come editore di libri visivi, Shibboleth è interessato a smentire l’idea che un’immagine sia inevitabilmente un documento. I loro progetti in formato cartaceo si sviluppano all’esterno e all’interno di comunità caratterizzate da un uso non convenzionale del linguaggio a causa di disabilità cognitive, come i pazienti della neuropsichiatria, o da un accesso limitato all’istruzione a causa di difficoltà socio-politiche, ad esempio i bambini di seconda generazione. 

Il catalogo comprende traduzioni visive di narrativa fuori copyright, calendari di proverbi visivi, dizionari visivi, enciclopedie, cartoline e tabloid fotografici e contiene proposte per un progressivo passaggio da un sistema di linguaggio verbale a uno visivo, dirottando generi e formati tradizionali per mimetizzare la loro ricerca artistica in contesti non artistici. L’ambiguità linguistica è volutamente preservata per enfatizzare l’uso dell’immagine come elemento elastico: fino a che punto un’immagine può essere tirata prima che il suo significato si spezzi? Possono le immagini sostituire le parole in un sistema di segni e simboli condivisi?

Orari e Informazioni

martedì 19 marzo, dalle 16 alle 20

Leporello, Via del Pigneto, 162/e – Roma
info@leporello-books.com