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Giugno 2024

martedì 18 giugno, ore 19,

La città che non c’è – 2 installazioni fotografiche a Largo Bartolomeo Perestrello: Rob Hornstra, The Sochi Project Posters Realoaded – Barricate di cartone e aeroplani di carta per la pace e Michael Trutta, Enciclopedia visiva delle diverse metodologie di sistemazione di insiemi di oggetti – LIBRO

A Tor Pignattara, nel quadrante est di Roma, esiste un luogo speciale dove le persone si incontrano per immaginare uno spazio comune, si chiama “La città che non c’è”. Dentro ci sono tantissime cose belle, una piazza, due librerie, le voci del quartiere, scrittori e scrittrici che arrivano da ogni dove e anche mostre e installazioni fotografiche. Ogni anno la festa si allarga un po’, quest’anno il festival parte dalla piazza che non c’è (altrimenti conosciuta come piazza Perestrello) per arrivare a Largo Bartolomeo Perestrello con due installazioni fotografiche che animeranno gli spazi del mercato.

Il programma si articola in quattro incontri dove proveremo ad analizzare il modo in cui viviamo lo spazio, che sia quello virtuale o quello della meraviglia, che sia la lingua come luogo di adozione o il linguaggio come terreno di battaglia. Il festival si terrà ogni giovedì, dalle 19 alle 21 circa, per 4 settimane a partire dal 20 giugno.

La città che non c’è è un festival gratuito e aperto a tutti e tutte e proprio per questo serve un sostegno. Partecipa al crowdfunding!

Rob Hornstra e Arnold van Bruggen,

The Sochi Project Posters Realoaded –

Barricate di cartone e aeroplani di carta per la pace

Nel 2010, gli spazi di Mandeep hanno ospitato l’esposizione di 5 poster tratti dal mitico The Sochi Project – allora ai suoi inizi –, in cui il fotografo Rob Hornstra e lo scrittore/filmaker Arnold van Bruggen avevano deciso di seguire, per i successivi 5 anni, i cambiamenti in atto nell’area di Sochi, in Russia, dove nel 2014 si sarebbero tenuti i Giochi Olimpici Invernali. La mostra, affiancata da azioni urbane diffuse con immagini e slogan del Sochi Project per le strade di San Lorenzo, Pigneto, Monti, Ostiense e Testaccio, e curata da 3/3, intendeva mettere in risalto i paradossi della politica russa da un lato e sostenere con un’azione di supporto le forme di Slow Journalism e di autoproduzione intelligente, in un momento storico – che non è mai finito e viviamo in maniera sempre più chiara – in cui il pluralismo e l’obiettività della stampa e dell’informazione sono seriamente minacciate dalle dinamiche drammaticamente attuali del consumo superficiale delle informazioni.

A distanza di dieci anni, abbiamo deciso di rimettere in circolazione i poster in un’istallazione a Piazzale Perestrello dove, invertendo il senso del loro uso comune, piccole barricate pacifiste fatte dai box rimasti invenduti si trasformano in sedute temporanee, micro pilastri instabili su cui trovare momentaneo riposo, sculture estemporanee, e i poster in ridotte montagne di carta che si trasformano in grandi aeroplani che, anche se di fatto non riescono a volare, mandano idealmente messaggi di pace per il mondo.

I poster saranno disponibili ai visitatori tramite un’offerta libera, l’intero ricavato sarà devoluto a sostegno del popolo Palestinese

Rob Hornstra è un fotografo olandese che si dedica principalmente a progetti di documentazione di lungo periodo, spesso realizzando libri autoprodotti. Nel 2009 ha iniziato con Arnold Van Bruggen The Sochi Project, che si è concluso con il libro An Atlas of War and Tourism in the Caucasus e una mostra che ha girato Europa, America, India e Canada. È il fondatore di FOTODOK – Space for Documentary Photography. Da qualche anno si dedica a un progetto di lungo periodo su gli Europei.

Stefano Ruffa, fondatore di Mandeep Phtography and beyond è ora anima di Oneroom, libreria-biblioteca e Open Studio nel cuore di Roma. Le fondatrici di 3/3, Chiara Capodici e Fiorenza Pinna proseguono il loro lavoro nella fotografia su strade separate che talvolta si intersecano. Chiara ha fondato la libreria e spazio di progettazione Leporello – photobooks et al. e Fiorenza continua la sua attività di curatrice, bookdesigner ed educator.


Michael Trutta, Enciclopedia visiva delle diverse metodologie di sistemazione di insiemi di oggetti – LIBRO

A cura di Beatrice Puddu e Michael Trutta

Gli accumuli sono di per sé esperienze nocive? Come possono eventualmente essere gestiti?
Che senso ha catalogare? Ha senso utilizzare criteri categorici? Esiste un modo migliore rispetto ad un altro?

La mostra è un estratto dell’ultimo progetto di Michael Trutta in cui analizza 12 luoghi di diversa natura – un edificio abbandonato, un vivaio, l’ufficio comunale oggetti rinvenuti…- accomunati dal fatto che dispongono di un elevato numero di oggetti da dover gestire e si focalizza sulla funzione del libro, per eccellenza un oggetto portatile e facilmente archiviabile e che per sua natura contiene informazioni di cui preserva il valore storico, catalogandole.

L’Enciclopedia di Michael Trutta è un progetto a metà tra un manuale tecnico, un catalogo di un mobilificio e un libro con cui giocare: una riflessione sulla natura della fotografia come documento, qui uno strumento visivo per la catalogazione, evidenziando quanto i criteri categorici siano labili, quanto il contesto cambi la percezione sull’oggetto presentato, la quantità infinita di possibilità e quanto possa essere divertente perdersi tra di esse. Ogni capitolo ospita un insieme di oggetti principali che caratterizza il luogo su cui si basa la metodologia di sistemazione, e degli oggetti secondari che fungono da accompagnamento all’oggetto principale, spesso accatastati senza un criterio. Agli still life degli oggetti principali che interpretano la catalogazione specifica attuata in ogni luogo si accompagnano gli oggetti secondari ordinati secondo un nuovo criterio personale.

Collocato in diversi luoghi e contesti, il libro è usato come contenitore di francobolli rari all’interno di un negozio di numismatica, come documento storico all’interno della biblioteca, come oggetto da due soldi all’interno del mercatino dell’usato, come oggetto misterioso e senza proprietario all’interno dell’ufficio oggetti smarriti. Le immagini in mostra presentano le diverse metodologie di catalogazione usate nei quattro luoghi e la sequenza inventata per sistemare gli oggetti secondari: per quantità di pagine, per grandezza… Lo spazio a disposizione è stato utilizzato per dimostrare quanto cambi la visione tra un insieme ordinato e disordinato, quanto sottostare a una griglia/schema possa alterare le immagini e documenti e quanto gli errori, pur provando a eseguire una perfetta catalogazione oggettiva, saranno sempre presenti. La presenza della libreria e la possibilità di prendere e spostare libri è un invito al fruitore per provare a immaginare una sistemazione alternativa al classico ordine alfabetico, uno sforzo di immaginazione in un ambito dove solitamente non si utilizza.

Il catalogo della mostra, in esposizione da Leporello per tutto il periodo del festival, è un faldone che contiene ogni immagine o frammento di mosaico di immagine, le didascalie, il titolo, il tutto stampato con una stampante d’ufficio.


Qui il programma completo

Orari e Informazioni

Largo Bartolomeo Perestrello