Ottobre 2022

Presentazione sabato 22 ottobre,

La scuola di Corpi e luoghi – Conversazione con Giuseppe Garrera e Benedikt Reichenbach intorno al libro “Pier Paolo Pasolini: corpi e luoghi” (Theorema, 1981) di Michele Mancini e Giuseppe Perrella

Il 27 ottobre ‘Istituto Svizzero Roma ospiterà una proiezione speciale delle pagine del libro sulle mura esterne di Villa Maraini, sede dell’Istituto
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Presentando Pasolini in modo non lineare e globale, e non come un’icona geniale o autorità di questo o quel genere, Mancini e Perrella perseguono l’impegno anti-consumistico e anti-identitario del regista. A proposito del riferimento di Pasolini a Giotto, scrivono: ““PPP, mentre si dà ad una citazione figurativa, mette in scena un’interpretazione della regia ed una pratica del lavoro artistico come scuola”.
In un’epoca di avanzata aggressività tecnologica e politica, ma anche di apertura di possibilità, cosa possiamo imparare dal loro lavoro in questo libro?

Intorno al 1980, a Roma, una piccola cooperativa di critici cinematografici, Michele Mancini e Giuseppe Perrella, produsse un libro di 600 pagine di fotografie in bianco e nero, misterioso, elaborato eppure dall’aspetto semplice, intitolato Pier Paolo Pasolini: Corpi e Luoghi. Secondo alcune recensioni dell’epoca, si tratta della pubblicazione più pasoliniana fino a quel momento (Alberto Farrasino), uno strumento indispensabile per le ricerche future (Tullio Kezich), non solo un libro illustrato ma un modello unico di critica (Adriano Aprà).

Con la sua classificazione implacabile e al tempo stesso giocosa di circa 2.000 fotogrammi di film suddivisi nelle categorie di “corpi” e “luoghi”, qualunque sia la pagina a cui ci si rivolge, Mancini e Perrella mettono in scena uno spazio in continuo mutamento. Con un riferimento nascosto a Walter Benjamin e un atteggiamento altrettanto rivoluzionario, la citazione è qui intesa come una forma di “appropriazione”, come un uso pratico di un archivio.

In linea con il credo del grande regista, Pier Paolo Pasolini: Corpi e Luoghi è un colossale tentativo di portare questa enorme quantità di materiale, in forma di libro, dove vuole andare. Nell’introduzione, Mancini e Perrella descrivono il loro approccio simile al “campo analitico” che vedono nel set cinematografico: “Attraverso il cinema Pasolini riesce a far emergere quella sorta di codice inconscio, di cui non si parla mai, attraverso il quale nella vita quotidiana operiamo e ci relazioniamo con il mondo. Egli rende visibile una miscellanea di pratiche afasiche e nascoste, un regno ‘primitivo’ normalmente celato alle nostre società ‘illuminate'”.

Intitolata Pasolini’s Bodies and Places, e tradotta da Ann Goldstein e Jobst Grapow, la nuova edizione quasi-facsimile in inglese, pubblicata da Edition Patrick Frey, è un primo passo verso l’esplorazione dell’originale. Mancini e Perrella introducono la loro raccolta di immagini citate con una raccolta di testi inediti di Pasolini in cui egli descrive la propria ricerca di corpi e luoghi per i suoi film. Con le traduzioni di Stephen Sartarelli nella presente edizione sono ora completamente disponibili in inglese.

Iniziativa finanziata con fondi della Regione Lazio

Orari e Informazioni

sabato 22 ottobre, ore 19

Leporello, Via del Pigneto, 162/e – Roma
info@leporello-books.com