Maggio 2020

#Leporellowednesdaytakeover mercoledì 6 maggio,

Paola Favoino, A je Burrnesh

Ogni mercoledì e più o meno una volta alla settimana, l’account instagram di Leporello ospiterà una serie di ospiti: fotografi, designer, editori con cui avevamo progettato una presentazione in libreria o con cui ci sarebbe piaciuto dialogare. Incominciamo con Paola Favoino, e il suo libro A je Burrnesh, pubblicato da Balter/Edizioni d’Ottobre.

A je Burrnesh è un libro costruito sul percorso che lei stessa ha compiuto, geograficamente e intimamente seguendo le tracce delle ultime vergini giurate. Secondo le leggi del codice Kanun, se in una comunità familiare, specialmente nel nord dell’Albania, veniva a mancare l’uomo che ne era a capo, le sue funzioni di reggente potevano essere assunte da una donna. Questa rinunziava al ruolo, vestiva abiti maschili e veniva considerata e rispettata come “uomo”. Burrnesh è intraducibile e rappresenta la femminilizzazione della parola Burr ovvero uomo. La dualità, l’impossibilità, il limite diventano oggetto stesso del libro.

Le immagini sono in realtà negate nella loro lettura ‘normale’, legate in quartini rovesci che ne impongono la visione spezzata, si aprono alla ricerca dei dettagli e si dispiegano in un viaggio che torna di continuo su una stessa strada marcata da alcuni elementi simbolici come la presenza delle acque del lago, la mascheratura del blu a rimarcare un’incontro ed una imponente pietra solitaria. Pietra diventata simbolo nella scelta della copertina anche essa divisa, tagliata tra Burr e la sua femminilità. E ancora è il limite che si impone come centro della narrazione in quanto confine duale. Il termine limes ha origini complesse, è via traversa, sentiero che fa da confine, confine territoriale: dove conosco separato da dove è l’ignoto. Da una parte chiude e dall’altra è indissolubilmente legato alla esistenza stessa della strada che conduce dove non conosco e dove sposterò il mio nuovo limite.

Così se antropologicamente possiamo studiare il fenomeno delle burrnesh per avvicinarci a questa storia possiamo definire chi sia una burrnesh? Se sia donna o uomo oppure tutto quello di obliquo e di trasversale, di personale l’abbia portata ad essere ciò che di volta in volta vogliamo che sia o ciò che vuole essere? A je Burrnesh si può tradurre in come stai burrnesh? o forse potremmo renderlo in dove sei sulla tua strada, a che punto di te sei?

Paola Favoino, fotografa calabrese, ha iniziato ad occuparsi di Albania durante il lavoro di tesi all’Università nel 2002. Successivamente, nel 2011, avendo scoperto l’esistenza delle burrnesh, decide di dedicare al tema il suo primo lavoro fotografico. Grazie ad Aminta Pierri e Balter/Edizioni d’Ottobre, nel 2019 A JE BURRNESH diventa il suo primo libro fotografico. Da questa esperienza nasce anche il nuovo progetto “L’isola”, una riflessione sul corpo come strumento per il racconto del sé.

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