Erik Gustafsson, A House of Clay, 2024

50 Euro

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2 disponibili

Il canto degli uccelli della vita quotidiana interagisce con i cicli di creazione e distruzione della camera oscura nella monografia espressiva di Gustafsson.

In Una casa d’argilla, Gustafsson pone il suo processo fotografico concettuale e contestuale in dialogo con una semplice premessa, un principio della fotografia: elevare il quotidiano, trovare un significato e prendere sul serio i più piccoli eventi della vita ordinaria, e invocare un senso di gratitudine e meraviglia verso la coscienza, la percezione e il sentimento. A volte eccessivamente normali, altre volte tenere e intime, altre ancora dense e complesse, le calde fette di vita di Gustafsson vengono digerite nella camera oscura, dove i processi tecnici della fotografia si ripiegano su se stessi, diventando parte integrante dell’immagine: cicli di fotografia, stampa, fallimento, regole di schivata, ripetizione e scansione.

In equilibrio tra coscienza e coincidenza, i momenti di realismo magico di Gustafsson parlano di una permanenza, di un presente perpetuo, in cui l’immagine continuamente incompiuta può sempre essere, in una fase successiva, alterata, manipolata e riscritta. In A House of Clay, anche la finitezza della pagina stampata viene bucata; le immagini si sfogliano e ruotano sulla pagina, le sequenze si accumulano e si accatastano inebriate da (dis)associazioni visive, per poi dissolversi e ripiegarsi, la stampa nuovamente immersa nei prodotti chimici, la casa di argilla rimodellata di nuovo.

 

Loose Joints,  febbraio 2024

152 pagine, 288 × 208 mm, 161 tavole a colori

Copertina morbida con rilegatura a secco in Svizzera

Con testi di Elisa Medde e Louis Nitze

A cura di Loose Joints & Erik GustafssonProgettato e pubblicato da Loose Joints

ISBN : 2024978-1-912719-54-9

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