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“Tutte le cose nella vita che una volta esistevano tendono a ricrearsi“.
Borderland rappresenta una ricerca intima in un luogo familiare dove sono cresciuto fin dalla mia tenera età. Qui trovavo rifugio nella casa dei miei nonni e sentivo un forte amore provenire da loro, dalla natura e da tutte le creature viventi di quella terra, quelle colline silenziose dove mi sentivo libero di esprimermi. Per me tutto è delimitato in questo villaggio rurale sull’Appennino toscano-emiliano, ed è questa dimensione di indefinitezza che mi spinge a una ricerca incessante delle tracce di un tempo che non ho vissuto abbastanza o che ho vissuto troppo.
Il mio passato si fonde con il mio presente e suggerisce i miei passi futuri. Non so se dovrei ascoltarlo o lasciarmi trasportare dal vento fresco, lo stesso che accompagnava me e mio nonno e le nostre conversazioni sull’esistenzialismo durante le calde notti estive, mentre ammiravamo la bellezza della costellazione, sdraiati su un prato bagnato.
Tutto ciò che mi circonda vuole avvicinarsi a me, proprio come allora, ripensando all’eredità di un rapporto creato nel tempo: con questo obiettivo, inizia un processo di interpretazione della realtà senza un intento celebrativo, simbolista o documentario. Si tratta piuttosto di un’evoluzione volta a una profonda redenzione del mio essere passato e presente, che produce allo stesso tempo una tensione emotiva che, proprio come su un estremo, oscilla tra gioia e dolore.
In tale ricerca, che mira a stabilire una realtà e un sogno, cerco di ripercorrere nel tempo frammenti di un’esistenza riguardante la famiglia, la crescita e l’appartenenza.
Filippo Barbero, Borderland
Witty books, 2025
Testi di Aaron Schuman
Design di Ilaria Miotto
Editing e direzione artistica di Tommaso Parrillo
104 pagine
23,5 x 28 cm
Copertina rigida
ISBN 979-12-80177-46-9