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Carlo Rusca, Turistica, 2020

30 Euro

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2 disponibili

Il nome tedesco Heimat non ha un equivalente esatto in inglese. È un riferimento obliquo al luogo in cui sei nato, dove ti senti a casa. È una sorta di luogo emotivo a cui appartieni, piuttosto che uno spazio geografico. Il lavoro di Carlo Rusca può essere un esempio di Heimat. Potrebbe. Perché lo chiama Turistica. Il che è qualcos’altro, qualcosa con altre implicazioni. Eppure le sue raffinate fotografie in bianco e nero, i dettagli di una vita che si riflette su se stessa, puntano in una direzione che parla della necessità di indagare le proprie radici e del desiderio di riconoscersi. Tutto è iniziato intorno al 2010, quando Carlo Rusca ha lasciato Locarno, dove aveva vissuto fin dall’infanzia, per andare a studiare a Lugano. Dopo la scuola ha lavorato ad Amburgo e poi in Brasile. Nel 2016 il ritorno in patria gli ha portato davanti una realtà che conosceva bene ma ricordava diversamente. Luoghi ai quali – a suo dire – si sentiva volontariamente e involontariamente profondamente legato. Tornò a vivere nella casa di famiglia e affrontò il disorientamento di affrontare le abitudini di una vita che conosceva ma non più riconosciuta. Ormai aveva altri ricordi, altre esperienze e un altro stile di vita. La fotografia diventerà il mezzo per tentare il suo viaggio alla ricerca di possibili radici e per tornare in luoghi che un tempo gli erano familiari. La sua insonnia si adattava agli itinerari notturni e il monocromo dell’oscurità al lavoro in bianco e nero, con una macchina da presa che richiedeva ancora l’anacronismo del film. Senza un progetto, ma semplicemente la necessità di ristabilire un equilibrio che permettesse il dialogo tra passato e presente. Le poesie di Vittorio Sereni lo hanno portato a riflettere sulla percezione dei luoghi, sul rapporto tra i luoghi e il proprio interrogarsi. Ricorda come la sua fotografia notturna cammina per Locarno, intrapresa con la curiosità di un flâneur che passeggia tra le tracce della memoria, non aveva un obiettivo particolare. Non erano altro che un appuntamento terapeutico, inevitabile. In tre anni le sue immagini hanno raggiunto quello che viene chiamato il progetto long form. L’obiettivo che non era stato fissato è stato raggiunto e tutto il lavoro è sottoposto a un rigoroso processo di editing. Le sue immagini utilizzano un linguaggio diretto, descrittivo e poetico che ci costringe a fare domande, a condividere le emozioni degli altri che riconosciamo come nostre. Turistica è diventata un libro che ci accompagna in un viaggio in una Locarno privata e periferica, dove non succede niente, dove tutto potrebbe accadere e che forse non è nemmeno Locarno. Si viene introdotti a una sorta di sogno popolato dalla nebbia, animali inaspettati, architetture anonime, poche presenze amichevoli e oggetti senza tempo. La fotografia raffinata e rarefatta di Carlo Rusca lavora sulla memoria e genera nuovi ricordi. Il che a sua volta crea la possibilità per l’autore e noi, i suoi lettori, di riconoscerci in una Heimat diversa, possibile.

Giovanna Calvenzi

Turistica

Carlo Rusca
Witty Books, Marzo 2020

Testo di Giovanna Calvenzi
Design di Federico Barbon

48  pagine
17 x 24 cm, copertina rigida

Inglese

ISBN 978-88-944340-5-7

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