Tino Zimmermann, Developments, 2024

“Questo è di gran lunga il mio lavoro più ambizioso finora e anche se mi sono impegnato molto per non diventare una one-hit wonder (per questo deve prima diventare una hit, no?) non sono sicuro che farò mai qualcosa di paragonabile nella mia vita. Se avete mai realizzato un’opera d’arte, sapete che ci sono quelle che potrebbero essere viste come una serie di regole che emergono dalla singola opera: Sono come le regole di un gioco che si mostrano solo quando si gioca.

Ho lavorato a questo libro per così tanto tempo fino a quando ogni domanda su ogni aspetto emerso ha trovato una risposta tale da non poter trovare una soluzione migliore. E si trattava di molti di questi aspetti, dato che si trattava di oltre 10.000 fotografie analogiche scattate in un arco di tempo di oltre 7 anni, e poi di un libro con oltre 500 pagine completamente progettate – senza riempimenti. Dalla selezione delle fotografie, alla sequenza, al ritmo, al racconto della storia, ai capitoli, all’impaginazione, alle singole pagine, all’impaginazione, alla correzione del colore, ai testi, ai caratteri, al significato e al messaggio, al formato, alla qualità e alla grammatura della carta, alla qualità di stampa e alla copertina: Ci ho lavorato a lungo finché non sono riuscito a trovare risposte migliori per qualsiasi cosa. Non sono stati fatti assolutamente compromessi sulle qualità artistiche, non sono stati risparmiati costi: È al 100% quello che avevo immaginato idealmente. Non avrei voluto che fosse pubblicato da una casa editrice solo perché pensavo che avrebbe danneggiato la copertina o il design del libro. Ecco quanto è prezioso per me questo lavoro.

Si rivolge a tutti coloro che amano la fotografia e che possono immedesimarsi nel modo di imparare il mestiere da soli. Ma soprattutto si rivolge a chi conosce la sensazione di essere perso in questo mondo, che troppo spesso sembra impossibile per le personalità creative svilupparsi pienamente e liberamente.

Il libro tratta questi argomenti in modo tale da mostrare alcune connessioni tra le cose: La sensazione di essere persi e l’identificazione con tutto ciò che si separa, l’incapacità di svilupparsi come persona creativa e la predisposizione a problemi di dipendenza e malattie mentali. Lo racconto attraverso il libro stesso, attraverso i testi ma anche attraverso la mia storia personale. Ho iniziato a fotografare come mezzo per distrarmi quando lottavo contro una psicosi indotta da droghe. Scattare foto e aspettare lo sviluppo delle pellicole è diventata un’ossessione che mi ha permesso di superare il momento peggiore. Più tardi, quando fotografare tutto era una parte inseparabile della mia vita, ho documentato gli abissi della mia depressione. Oggi, a volte, ho ancora problemi, ma non faccio più questo tipo di foto.”