Miguel Romero, ELIPSIS, 2019

Il mondo analogico è associato alla memoria, con un tempo in cui erano necessari rotoli di pellicola per catturare fotografie. Raccogliamo la nostra macchina fotografica, scattiamo foto, la riponiamo e, qualche tempo dopo, la tiriamo fuori ancora una volta per scattare altre foto.

Le immagini erano state catturate sui negativi, allineate e separate da una linea nera che stabiliva connessioni inaspettate tra loro.

Il tempo che intercorreva tra una foto e l’altra, che poteva essere breve o lungo, si rifletteva in quelle strisce di celluloide, dove gli alambicchi dovevano vivere uno accanto all’altro, o uno contro l’altro, in un gioco creato casualmente.

Sono sempre stato attratto da tali salti di tempo, dal dolce destino delle immagini destinate a rimanere insieme per la vita, e in questo stato d’animo sono tornato al mio passato analogico.
Il risultato è Ellipsis, un’opera che consiste in una serie di foto collegate, separate dal tempo che impieghiamo per ritirare la nostra fotocamera.