Studioso di Botticelli, Ghirlandaio, Leonardo, Dürer e Rembrandt, ma anche di mitologia e astrologia, Aby Warburg ha legato la sua fama all’Istituto da lui fondato ad Amburgo, alla straordinaria Biblioteca e al suo eccentrico progetto Mnemosyne, l’Atlante della Memoria. Claudia Cleri Via mette a fuoco gli aspetti più significativi del suo percorso intellettuale. Nel panorama storico-artistico fra fine Ottocento e inizio Novecento, Warburg si è imposto all’attenzione internazionale per l’originalità delle sue ricerche fondate sull’osservazione degli elementi antichi nell’arte del Quattrocento fiorentino, nella rivisitazione della tradizione estetica settecentesca e nell’adesione alla concezione della storia di Jacob Burckhardt. La critica contro un’arte estetizzante, l’interesse per il carattere psicologico, espressivo e simbolico delle immagini, così come per il rapporto delle opere d’arte con la storia della cultura hanno fondato un metodo di studio della storia dell’arte, che pochi anni dopo sarebbe stato codificato dall’iconologia di Erwin Panofsky. Le ricerche sulle immagini in movimento di Botticelli e Ghirlandaio, sui rilievi di Donatello, sui disegni e le incisioni di Dürer e sui dipinti di Rembrandt, come sui fogli di propaganda dell’età di Lutero, hanno configurato una storia delle immagini, definita una ‘scienza senza nomi’, che rompe con l’impostazione evolutiva della tradizione storiografica, per imporsi come sistema di pensiero depositato nella costruzione della sua Biblioteca.
Claudia Cieri Via – Introduzione a Aby Warburg
Editori Laterza
2011
199 pagine, brossura
Italiano