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Nel 1996, un libro di fotografie di un giovane fotografo britannico sconosciuto è stato lanciato sul mercato dell’arte contemporanea di Londra con un immediato successo di pubblico e di critica. Le immagini sono state scattate all’interno di un appartamento popolare di Birmingham, claustrofobico e caotico, dove il padre del fotografo, Ray, alcolizzato, viveva con Liz, la madre sedentaria e a volte violenta, e il fratello minore Jason.
Per il pubblico, compresi gli spettatori colti e amanti dell’arte, le immagini furono uno shock: più intime, più personali, più opprimenti del benintenzionato studio fotogiornalistico sulla povertà della classe operaia a cui erano abituati. Alcuni le hanno viste come un tradimento, esponendo gli ignari membri della famiglia a una potenziale umiliazione, ma dal punto di vista di Richard Billingham esse esprimevano giudizi morali e non avevano alcuno scopo sociale o politico. Le aveva prese come immagini di riferimento per la sua pittura e la loro vita come opere d’arte era il risultato degli interventi di altri editori e galleristi, oltre che delle intenzioni dello stesso Billingham.
Questa lettura traccia la storia di un’opera che rimane vitale e provocatoria come alla sua prima uscita e la cui storia ci dice molto sul funzionamento dell’arte, dell’editoria e della politica di diffusione. La curatrice Liz Jobey ne traccia la storia in un nuovo saggio che si avvale di interviste a Billingham e a tutti i principali protagonisti della nascita dell’opera, tra cui Michael Collins, Julian Germain e Paul Graham. Segue un’ampia selezione di conversazioni e saggi dal 1996 a oggi, scritti da scrittori come Charlotte Cotton, Gordon Burn, Lynn Barber e Jim Lewis. Questo libro coincide con l’uscita di una nuova edizione di Ray’s a Laugh che ripristina la visione originale di Billingham per il libro.
MACK, Marzo 2024
Brossura con aletta
12,5 x 19,5 cm
160 pagine
ISBN 978-1-915743-36-7