Julie Cockburn, STICKYBEAK, 2019

“Stickybeak” è la prima monografia di Julie Cockburn, il libro coincide con la mostra personale dal titolo “telling it slant” alla Flowers Gallery di Londra nel settembre 2019. 

Siamo tutti, in qualche modo, dei ficcanaso (Stickybeak). La maggior parte dei miei eroi e delle mie eroine passano molto tempo a investigare o, come minimo, a ficcare il naso negli affari altrui; Miss Marple, Tenente Colombo, Margo Leadbetter. Ci sono storie di spionaggio, neanche tanto lontane, persino nella storia della mia famiglia.
Chiunque con un social media è, almeno in minma parte, un ficcanaso – è parte della natura umana essere indagatore. Le opere di questo libro sono stati realizzati nell’arco di 12 anni, qualcuno come caso isolato, altri invece come parti di serie su cui sto lavorando. 

Ogni pezzo è iniziato con la ricerca dell’immagine perfetta, imponendomi qualche parametro vagamente rigoroso. Ho selezionato cartoline, vecchie fotografie, libretti ingialliti e disegni della mia infanzia.

Ognuno di questi trovatelli aveva una storia diversa, una sconosciuta o dimenticata storia da raccontare. Sottoposti ai miei interventi, si sono trasformati da silenziosi e superflui orfani in oggetti con un nuovo cuore pulsante. 

Considero questo libro come un proseguimento di questo processo. Gli editori hanno rovistato tra centinaia di immagini nel mio archivio nello stesso modo in cui io setaggio le pagine degli shop online o i tavoli confusi ai mercati delle pulci. I miei laboriosi ricami a mano e i miei intricati collage sono presentati con un tocco leggero, la sequenza delle immagini allude a una narrazione gentile e divertente. Lo leggeremo tutti in modo diverso, facendo una pausa su quei brani che ci parlano più forte, nella nostra lingua preferita. Ma in generale, questa selezione ridotta, il nostro gioco di conseguenze, indaga il modo in cui vediamo noi stessi e gli altri e l’ambiguità stratificata della vita.