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“Quando avevo 17 anni, mia sorella maggiore Susan mi permise di fotografarla. Ero stupita da come le vene e i capillari appena sporgenti definissero il suo corpo gravido, mentre correvano lungo le braccia, l’addome e il seno. Mi sembrava quasi di poter vedere il bambino che cresceva attraverso la sua pelle pallida.
Verso l’inizio del nuovo millennio, era come se fossi circondata da donne – colleghe, familiari, amiche – che erano in attesa, e sentivo l’urgenza di fotografarle. Forse l’urgenza che sentivo aveva a che fare con la consapevolezza che la loro gravidanza era limitata a circa nove mesi. Fotografare una donna prima che partorisca, una persona cara prima che muoia, la luce del sole prima che si affievolisca e si oscuri sono tutte motivazioni ed espressioni della forza vitale.
Ispirandomi ai dipinti d’altare del Rinascimento italiano, ho usato la mia fotocamera panoramica 7 “x17” per i ritratti in piedi. Quando ho capito che i miei soggetti a volte avevano problemi di equilibrio, ho realizzato anche ritratti orizzontali, pensando ai ritratti supini della Maja nuda di Francisco de Goya, dell’Olympia di Edouard Manet e della Danzatrice satirica di André Kertész. Ho raccolto copie di dipinti, disegni e fotografie per trarne ispirazione e spesso ho chiesto ai miei soggetti di interpretare da soli i loro gesti o le loro posizioni contrapposte. Durante il tempo trascorso insieme, abbiamo lavorato in modo collaborativo e lento – spostando e riorganizzando mobili e oggetti di scena – per creare uno studio intimo, all’interno delle loro case o, a volte, nel paesaggio. A volte si univano a noi partner, cani o gatti.
La più antica rappresentazione conosciuta della gravidanza è la Venere di Willendorf (circa 25.000 a.C.), scoperta in Austria nel 1908. Si tratta di una statuetta in pietra calcarea con seni penduli e fianchi fertili. Una notte dell’estate del 2023, mentre sviluppavo gli ultimi negativi per questo progetto, la temperatura nella mia camera oscura raggiunse i 100 gradi. Sopraffatta dal calore e dall’intensità di queste immagini, ho lasciato i negativi in un bagno di mantenimento in acqua per tutta la notte. Quando la mattina dopo sono andato ad appenderli, sono rimasto inorridito quando l’emulsione ha cominciato a scivolare lungo la base di plastica della pellicola. Mi affrettai ad avvicinare uno dei fogli alla scatola luminosa e a scattare una fotografia. Improvvisamente, c’era una mia Venere di Willendorf.
Ora, vedo la forma o lo spirito di Venere in ognuno di questi ritratti, immagini di trasformazioni viste e non viste che danno origine alla vita umana. Vedo anche la mia ispirazione a comprendere e descrivere la forma gravidica – la fertilità, la fecondità, la speranza, la nascita, la precarietà e persino il tempo stesso”.
LOIS CONNER, To Be
L’Artiere, 2024
Prima edizione 750 copie
Testi Lois Conner
Design Teresa Piardi
11,8 x 28,5 cm
2 libri (uno orizzontale e uno verticale)
32 pagine per libro – stampato in tritono
2 libri con copertina morbida + cofanetto
Inglese
ISBN 979-12-80978-10-3