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Tra il 1974 e il 1975, il fotografo americano John Divola – allora sui venticinque anni e senza uno studio tutto suo – viaggiò per Los Angeles alla ricerca di proprietà fatiscenti in cui fare fotografie. Armato di macchina fotografica, vernice spray, spago e cartone, l’artista realizzerà uno dei suoi progetti fotografici più significativi dal titolo Vandalism. In questa serie di immagini viscerali, in bianco e nero, Divola ha vandalizzato case vuote con costellazioni astratte di segni simili a graffiti, configurazioni rituali di corde agganciate a spilli e arrangiamenti di cartoncini strappati, prima di catalogare i risultati. Il progetto ha unito energicamente l’approccio documentario della fotografia forense con interventi in scena che riecheggiano performance, scultura e arte dell’installazione. Servendo da sabotaggio concettuale delle linee di demarcazione tra tali pratiche documentarie e artistiche, in un momento in cui la “veridicità” della fotografia era messa in discussione, il vandalismo ha contribuito a stabilire il linguaggio fotografico altamente distintivo di Divola.
Vandalism
John Divola, Mack, 2018
23.5 x 23.5 cm
120 pagine, copertina rigida rilegata in carta goffrata
ISBN: 978-1-912339-00-6