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In Zero Hour, Birthe Piontek indaga il passato della Germania per comprendere un presente lacerato dalla guerra e diviso, ripercorrendo la storia, le strutture sociali e i valori del Paese dopo la Seconda Guerra Mondiale, analizzando il ruolo della fotografia nella ricostruzione di una nazione svuotata di simbolismo e modelli di riferimento dopo il 1945. Combinando immagini provenienti dall’archivio di famiglia di Piontek, immagini di stampa e nature morte costruite con trascrizioni e documenti politici, Piontek cerca di comprendere come la Germania, un tempo “emblema di pace e democrazia”, si trovi invischiata nelle guerre attuali e sedotta da un crescente populismo nazionale.
Zero Hour visualizza l’intricata rete di interessi e politiche multinazionali legate all’ascesa al potere della Germania nel dopoguerra, influenzata prevalentemente dagli Stati Uniti. Alcune delle immagini d’archivio del libro servono come materiale di partenza per collage e modifiche digitali; altre sono lasciate intatte. Alcuni testi sono storici, mentre altri sono tratti da attuali programmi di partiti politici. Promesse, fatti e finzione si fondono, chiedendo allo spettatore di rivalutare il nostro rapporto con narrazioni apparentemente note, con la storia e con la memoria collettiva e individuale.
Zero Hour mette a nudo i pregiudizi intrinseci di queste fotografie, gli strati invisibili di disuguaglianza e le strutture sociali dominanti centrali negli ideali occidentali. Le immagini mostrano che norme sociali come il patriarcato, la bianchezza e l’eteronormatività sono state rafforzate dalla fotografia, suggerendo che la democrazia tedesca e il tessuto socio-politico della nazione fossero profondamente imperfetti fin dal suo inizio.
Zero Hour ci ricorda che la storia risiede sempre nel presente e che la democrazia non può mai essere data per scontata.
Zero Hour, Birthe Piontek
Gnomic Book
136 pagine, corredate da un saggio di Birthe Piontek
287x200x18 mm
EDIZIONE: 500; Prima edizione, prima stampa