
32 Euro
L’area che oggi si chiama Alvalade, prima degli anni ’40, era principalmente un terreno agricolo. Alvalade doveva essere il primo quartiere della città che avrebbe aderito ai criteri modernisti di urbanizzazione. Doveva incarnare insieme il sogno di una Lisbona moderna e l’idea di ordine che il regime era interessato a promuovere. Le teorie più recenti dell’urbanistica si mescolavano e si traducevano in un’estetica tradizionalista in grado di digerire il tutto. Il quartiere doveva ospitare tutte le classi sociali in diversi tipi di abitazioni intorno a otto diverse scuole.
Oggi Alvalade è un luogo piuttosto tranquillo, anche se molte cose sono cambiate. È stato costruito un aeroporto nelle vicinanze e gli aerei, che trasportano soprattutto turisti, atterrano e ripartono ogni 4 o 5 minuti, volando a bassa quota sopra le case dei cittadini. I vecchi appartamenti destinati ai poveri sono aumentati di valore, ma sono ancora troppo piccoli per essere interessanti per la classe alta, ancora alloggiata nelle case più grandi dall’altra parte dell’Avenida de Roma. Gli adolescenti si incontrano qua e là dopo la scuola, in piccoli gruppi. C’è verde ovunque: alberi, fiori, piccoli giardini tra un edificio e l’altro.
L’interesse di Federico Clavarino è rivolto al modo in cui il passato e il presente si sovrappongono e interferiscono l’uno con l’altro, screditando l’idea di un progresso lineare; al modo in cui gli oggetti, le immagini e i gesti incarnano l’ideologia; al modo in cui le forze invisibili dell’immaginazione politica plasmano il mondo visibile e tuttavia non riescono a controllare completamente la realtà quotidiana che è fatta da coloro che di fatto abitano gli spazi.
Federico Clavarino, Alvalade
XYZ Books, 2019
Testo di Joana Cisneiros
Design di ilhas studio
Prepress di La Troupe
Prima Edizione, 400 copie
19,5 x 27,5 cm
64 pagine, fotografie a colori
Copertina rigida
Stampa Offset
ISBN 978-989-99063-8-9