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Facendo eco all’idea di Jean Dubuffet secondo cui il pensiero deve nascere dalla materia nella pratica artistica, Giuliana Prucca, attraverso questo saggio, reinterpreta un momento della storia dell’arte del XX secolo utilizzando materiali come pietra, sabbia, terra e polvere. Utilizza il minerale per illustrare che l’atto creativo sarebbe una traccia della scomparsa del corpo. La perdita di umanità e la decostruzione del soggetto si oggettivano nell’immagine. In altre parole, l’arte risiede nella tensione tra la rappresentazione e la sua perdita, che alla fine non lascia altro che un’immagine.
Il materiale non è un semplice pretesto tematico, ma una catapulta attiva ed esplosiva che mette in discussione la linearità arbitraria di una storia dell’arte convenzionalmente assimilata. Seguendo l’esempio di Ponge, Prucca applica i principi della poesia alla critica, partendo dal materiale di Artaud, il più indisciplinato dei poeti-pensatori dell’epoca moderna. Ne risulta un approccio criticamente inventivo e pericolosamente adatto al suo oggetto, che celebra un’anti-critica. La scelta dei materiali di scrittura, carta di pietra per la copertina e carta riciclata per le pagine, è coerente e intende dare l’impressione di essere ricoperta di polvere.
Giuliana Prucca, Devenir minèral
L’èditeur du dimanche, 2023
Copertina morbida
492 pagine
25 x 20 cm
Lingua francese