Paul Preciado, PORNOTOPIA, 2014

28 Euro

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Pubblicato per la prima volta nel 1953, Playboy non solo è diventato la prima rivista pornografica popolare in America, ma ha iniziato anche ad incarnare un nuovo stile di vita che ha avuto luogo in una serie di spazi multimediali utopistici, dal fittizio Playboy’s Penthouse del 1956 al Playboy Mansion del 1959 e ai Playboy Clubs degli anni ’60. Allo stesso tempo, l’invenzione della pillola contraccettiva offriva l’accesso ad una tecnica biochimica in grado di separare (etero)sessualità e riproduzione, turbando le relazioni tradizionali tra genere, sessualità, potere e spazio.

In Pornotopia, Paul Preciado esamina la cultura popolare e gli spazi pornografici come siti di produzione architettonica. Combinando le prospettive storiche con le intuizioni della teoria critica, gli studi di genere, la teoria queer, gli studi sul porno, e la storia della tecnologia, e attingendo a una serie di fonti transdisciplinari primarie riguardanti la sessualità, i manuali medici e farmaceutici, riviste di architettura, riviste erotiche, manuali di costruzione e romanzi-Preciado traccia le relazioni strategiche tra architettura, genere e sessualità attraverso luoghi comuni legati alla produzione e al consumo di pornografia: oggetti di design, bachelor pad, e letti rotanti multimediali. In gran parte relegati ai margini delle storie tradizionali dell’architettura, questi luoghi non sono semplici spazi ma una serie di sistemi di rappresentazione sovrapposti. Non sono intesi qui come intrinsecamente o naturalmente sessuali, né come pervertiti o queer, ma piuttosto come tecniche biopolitiche per governare la riproduzione sessuale e la produzione di genere nella modernità.

Paul Preciado – Pornotopia
Zone Books
2014
303 pagine, brossura
Inglese

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