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The Ballad of Sexual Dependency non nasce per diventare un libro. Per diversi anni è una sorta di performance: Goldin proietta le immagini, accompagnandole alla musica. Non a caso il titolo è ispirato a una canzone di Bertoldt Brecht. La selezione e la sequenza cambiano ogni volta. Solo nel 1986 Aperture fissa questa sequenza di immagini in un libro.
Pubblicato per la prima volta nel 1986, The Ballad of Sexual Dependency di Nan Goldin è un diario fotografico che racconta le lotte per l’intimità e la complicità tra gli amici e gli amanti che Goldin descrive come la sua tribù. Queste fotografie descrivevano uno stile di vita viscerale, carico e ribollente di un crudo appetito per la vita, e il libro divenne presto il canto del cigno di un’epoca che raggiunse il suo apice nei primi anni Ottanta. Venticinque anni dopo, la lussureggiante fotografia a colori e lo stile candido di Goldin esigono ancora che lo spettatore si confronti con la loro profonda intensità.
Come scrive l’autrice: “Il vero ricordo, che queste immagini innescano, è un’invocazione del colore, dell’odore, del suono e della presenza fisica, della densità e del sapore della vita”. Attraverso un resoconto accurato e dettagliato della vita di Goldin, The Ballad of Sexual Dependency registra un’odissea personale e una comprensione più universale delle diverse lingue parlate da uomini e donne.
Nan Goldin, The ballad of sexual dependency
Aperture, 2021
Copertina rigida
26.11 x 1.85 x 23.8 cm
144 pagine
Inglese
ISBN: 9781597112086