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A est della città di Thouars, vicino alla torre del principe di Galles, il senesciallo Louis Tyndo costruì la prima parte del suo palazzo privato. Ogni secolo, una nuova ala veniva aggiunta alla grande casa rinascimentale per accogliere un nuovo uso: alloggio, caserma, prigione, scuola, centro socio-culturale. Oggi, l’edificio è in fase di ristrutturazione per ospitare il Conservatorio di Musica e Danza.
Il tempo di questa riconversione è l’occasione per inventariare ciò che scomparirà: le tracce lasciate da studentesse, operai, prigionieri, soldati, passanti. Frammenti di frasi, appunti di cantiere, nomi, iniziali, segni incomprensibili, figure mute: ecco cosa registra questo libro. Simon Boudvin fotografa queste tracce e le trascrive secondo le convenzioni epigrafiche per comporre una poesia concreta, una narrazione caotica, una sintesi delle scritture dell’edificio. Il testo assembla ciò che gli utenti hanno voluto lasciare nell’hard. I segni del loro passaggio esprimono i loro stati d’animo, il loro disagio e la loro necessità, ma anche una parte di libertà. Fanno lo spirito del luogo.
Simon Boudvin, Tyndo De Thouars
Éditeurs Accattone et MER, 2019
240 pagine
14 × 21 cm
Francese
ISBN 978-2917768501