Laura Fregni Nagler, YAMA NO SHASHIN, 2018

Nel 1853 la flotta americana entrò nella baia di Tokyo sancendo l’inizio della modernizzazione del Giappone e la sua apertura all’Occidente. È proprio in questo periodo che la fotografia arriva in Oriente. Dall’incontro tra innovazione tecnica e tradizione pittorica nacque la cosiddetta “Scuola di Yokohama” che ebbe larga diffusione in Europa dove le fotografie, colorate a mano, erano vendute a viaggiatori facoltosi per assecondare l’idea di esotismo che essi avevano del Giappone mentre quel mondo andava via via scomparendo.
Soggetto ricorrente della Yokohama Shashin (Fotografia di Yokohama) sono le vedute del monte Fuji, vero protagonista di questo volume. Negli ultimi dieci anni l’artista Linda Fregni Nagler ha collezionato centinaia di immagini originali, fotografie per lo più anonime di epoca Meiji scattate da punti privilegiati per la vista della montagna sacra. Le ha rifotografate, stampate in camera oscura e colorate a mano con materiali e pigmenti paragonabili a quelli dell’epoca. L’artificio pittorico si svela grazie a campiture uniformi di colore, piccoli prelievi o parti lasciate in bianco e nero, ispirate alle campionature del restauro.