Masahisa Fukase, Yoko, 2025

Questa attesissima nuova edizione ripropone il libro fotografico “Yoko” di Masahisa Fukase del 1978, un capolavoro senza tempo a sé stante e una serie fondamentale nell’opera del fotografo giapponese. Scattato tra il 1964 e il 1976, Fukase ripercorre la sua relazione con la moglie Yoko dal momento del matrimonio fino al divorzio. Le fotografie giocose e fantasiose di Masahisa si muovono sul sottile confine tra opera d’arte e istantanea privata. Pubblicato originariamente nel 1978, dopo il divorzio, “Yoko” racconta anche una storia d’amore, adorazione e perdita, con fotografie di Yoko intervallate occasionalmente da immagini di corvi, che sarebbero poi diventati il motivo distintivo di un altro dei capolavori di Fukase.
Questa nuova edizione di “Yoko” include tutte le fotografie del libro originale, con un nuovo formato per enfatizzare meglio la presenza delle fotografie. Oltre ai testi originali di Shoji Yamagishi, Harumi Setouchi, Masahisa Fukase e Yoko Miyoshi (con il suo vecchio nome, Fukase), questa edizione presenta un saggio contemporaneo della storica della fotografia Masako Toda e una nuova postfazione della musa ed ex moglie di Fukase, Yoko Miyoshi, che ha pienamente sostenuto il progetto.

All’epoca, sfogliando le pagine di “Yoko”, pur sapendo che traboccava della quintessenza di Fukase, ossessionato dal fotografare le persone, si trattava solo di una raccolta personale di fotografie dei nostri dodici anni di matrimonio, un’affermazione del fatto che “Fukase ed io eravamo qui”, quindi pensavo che non sarebbe mai diventata di dominio pubblico.
Inizialmente, c’erano alcune fotografie che avrei preferito non includere in questa ristampa – quali, lo lascio all’immaginazione. Ma lasciatemi dire che, per rispetto delle intenzioni di Fukase e nella speranza che questo libro torni a essere conosciuto nel mondo, si è deciso che la ristampa avrebbe mantenuto la composizione dell’edizione originale.
Se Fukase fosse ancora vivo e potessi dirgli una cosa ora, sarebbe: “Beh, è quello che è, giusto!!!!!”
― dalla postfazione di Yoko Miyoshi