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Esaurito
«Dopo l’automobile va consigliato a tutti, e soprattutto a tutti i guidatori: è la più intelligente messa in discussione di questo feticcio del ventesimo secolo che ha grandemente contribuito ad alleviare le nostre pene e a crearne altre, anche più disastrose.»
Goffredo Fofi
È possibile un diverso e più efficace modello di mobilità, si chiede Colin Ward in questo libro profetico che ha aperto la riflessione su un totem della modernità? Non solo è possibile, ma è anche inevitabile, risponde l’autore insieme a Franco La Cecla e Giuseppe Onufrio, che contestualizzano il discorso alla realtà italiana. La mobilità personale è stata infatti una preziosa conquista dell’umanità, ma il ricorso esasperato all’automobile individuale l’ha trasformata in una calamità: ha distrutto l’ambiente urbano, è costato più vite umane di una guerra mondiale, ha sprecato enormi quantità di energie non rinnovabili e ha contribuito massicciamente all’inquinamento atmosferico. Non solo, ma all’interno delle città ha persino fatto registrare una velocità di movimento inferiore a quella di cento anni fa. Per superare l’impasse in cui ci siamo cacciati, Ward suggerisce alcune valide alternative – individuali e collettive – a difesa della libertà di muoversi, nella speranza che dopo l’era del feticismo automobilistico di massa si possa aprire un’era felicemente post- automobilistica.
Colin Ward (1924-2010) è stato architetto, giornalista, insegnante, ma soprattutto uno dei maggiori pensatori anarchici della seconda metà del XX secolo.
Colin Ward, Dopo l’automobile
Elèuthera Editrice
2012 (prima edizione 1992)
168 pagine, brossura
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