Colin Ward, DOPO L’AUTOMOBILE, 2012

13 Euro

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«Dopo l’automobile va consigliato a tutti, e soprattutto a tutti i guidatori: è la più intelligente messa in discussione di questo feticcio del ventesimo secolo che ha grandemente contribuito ad alleviare le nostre pene e a crearne altre, anche più disastrose.»
Goffredo Fofi

È possibile un diverso e più efficace modello di mobilità, si chiede Colin Ward in questo libro profetico che ha aperto la riflessione su un totem della modernità? Non solo è possibile, ma è anche inevitabile, risponde l’autore insieme a Franco La Cecla e Giuseppe Onufrio, che contestualizzano il discorso alla realtà italiana. La mobilità personale è stata infatti una preziosa conquista dell’umanità, ma il ricorso esasperato all’automobile individuale l’ha trasformata in una calamità: ha distrutto l’ambiente urbano, è costato più vite umane di una guerra mondiale, ha sprecato enormi quantità di energie non rinnovabili e ha contribuito massicciamente all’inquinamento atmosferico. Non solo, ma all’interno delle città ha persino fatto registrare una velocità di movimento inferiore a quella di cento anni fa. Per superare l’impasse in cui ci siamo cacciati, Ward suggerisce alcune valide alternative – individuali e collettive – a difesa della libertà di muoversi, nella speranza che dopo l’era del feticismo automobilistico di massa si possa aprire un’era felicemente post- automobilistica.

Colin Ward (1924-2010) è stato architetto, giornalista, insegnante, ma soprattutto uno dei maggiori pensatori anarchici della seconda metà del XX secolo.

Colin Ward, Dopo l’automobile
Elèuthera Editrice
2012 (prima edizione 1992)
168 pagine, brossura
Italiano

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