AA. VV., REAL REVIEW 6 – JUST IN TIME, 2018

Le sfide per la nostra specie non sono mai state più ovvie, eppure le azioni necessarie non sono mai sembrate più impossibili. Dopo diversi decenni, la produzione Just-in-Time (che realizza solo ciò di cui hai bisogno, solo quando ne hai bisogno) è diventata un modello generalizzato. Ora ci aspettiamo tutto su richiesta, dall’abbigliamento alle case, dal cibo agli amici.

La magia irreale con cui gli oggetti nascono ha anche cambiato il nostro rapporto con il processo di fare. Sempre più, siamo più interessati al come che il cosa, con ancora sempre meno artigianalità e costruzioni su misura.

Saremo in grado di correggere le disuguaglianze sociali, attenuare gli effetti del riscaldamento globale e reinventare la democrazia giusto in tempo?

Come progettiamo il valore? MARIANA MAZZUCATO rivede le metriche dell’innovazione. La poetessa EMILY TODER esamina il movimento del robot, mentre TOYO ITO esamina la luce medievale e il simbolismo del dolore. L’autore giamaicano con sede negli Stati Uniti GARNETTE CADOGAN commenta camminando Black mentre FEMINIST ARCHITECTURE COLLABORATIVE recensiscono gli inni artificiali. STEPHEN ARMSTRONG recensisce le cucine oscure di Deliveroo e ARMATURE GLOBALE ripercorre l’identità fotografica europea contemporanea, compreso il lavoro di SATOSHI FUJIWARA.

Nel numero inoltre: JACK SELF recensisce la playlist digitale e il mondo delle droghe intelligenti nootropiche. ADAM NATHANIEL FURMAN esamina il ruolo della classe nella conservazione degli edifici, con un relativo saggio fotografico di THEO SIMPSON. L’architetto ASSAF KIMMEL parla dell’essere appena in tempo, mentre ELEANOR PENNY rivede lo stato delle dittature di oggi. Artisti TAUBA AUERBACH e ÉLIANE RADIGUE rivedere la pazienza, e TIM IVISON parla dei comuni americani.