Simona Ghizzoni, Uno, 2021

“Sono ossessionato dalla vertigine che si crea quando sentiamo che l’ordine abituale/naturale delle cose è stato minato. Un leggero strappo nel tessuto del mondo visibile. È un mondo invecchiato, con crepe e fessure, polvere. Ci sono parti sottili come lastre di vetro, troppo sottili per camminarci sopra.
E infine, c’è l’ambiguità degli oggetti: vita e morte, desiderio e realtà, umano e animale si confondono.
UNO è la prima unità di una serie, indivisibile, ma è anche la dimensione della solitudine che l’autoritratto richiede”. Simona Ghizzoni